Ho acquistato questo libro attirata
dalla sua copertina rosa e gialla, senza immagini, e dal frammento di
un racconto (“Something that needs nothing”) letto in libreria.
Quando ho iniziato a leggerlo mi sono
tornate in mente le parole di Dave Eggers nell'introduzione a “Baci
da 100 dollari “di Kurt Vonnegut (recensito qui) e mi sono detta
che è vero, gli scrittori di racconti hanno assunto una posizione
contemplativa, i personaggi sono passivi e si limitano a riportare le
situazioni che vivono, non vi portano cambiamento. E nel frattempo
provavo la fastidiosa sensazione di trovarmi di fronte a qualcuno che
voleva per forza stupirmi,
farmi dire “che straaanooo!”
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Un'opera di Miranda July esposta alla Biennale di Venezia del 2009 |
La scrittrice è un'entità aliena che
prende possesso di corpi di sconosciuti scelti a caso
e li accompagna per un po', studiandoli, vivendo nella loro
pelle, scoprendo i loro più intimi segreti e cercando di dargli un
senso. Crede nel caso, nel destino e nell'incontro fortuito, come se
ognuno fosse toccato da qualcosa di straordinario e del tutto
accidentale.
Non c'è forse un coinvolgimento
palese, una pietas, paragonabili a quelli di altri scrittori che
riescono a trasmettere in modo immediato la solitudine dei loro
personaggi, Miranda July senbra a volte un'antropologa che studia la
materia umana. Tuttavia, soprattutto nei racconti più lunghi, non si
resta indifferenti alle vicende delle protagoniste-ad esempio- di “It
was romance” o del già citato “Something that needs nothing” o
di “How to tell stories to children”, donne alla deriva che si
sottomettono, si abbandonano al destino, vittime di amori
inconsolabili; né alla cronaca di una separazione della coppia di
“Mon Plaisir” o all'annullamento paranoico dell'identità di
“This Person”.
Alcuni di questi racconti potrebbero
trovare degno sviluppo in un romanzo, altri, ad esempio “I Kiss a
door” o “Birthmark” sono brevi note che lasciano un piccolo
segno e costringono ad osservare le cose che ci circondano da un
altro punto di vista.
Miranda July è insomma migliore come
scrittrice che come cineasta: è
lei infatti
la regista e sceneggiatrice del famigerato “Me and You and
Everyone We Know”!!!, ma contrariamente al linguaggio
cinematografico la pagina scritta sembra obbligarla ad una
riflessione che va oltre il comportamento bizzarro, ne cerca i
motivi profondi. O forse, attraverso la scrittura riesce a rendere
meglio il senso della casualità, e le conseguenze di sentimenti a
volte devastanti.
Scorrendo il suo divertente sito
www.mirandajuly.com che oltre a scrivere è anche performance artist e scultrice, si scopre poi che
ha pubblicato diversi altri libri e che questo titolo è già
tradotto in Italia da Feltrinelli col titolo di “Tu più di
chiunque altro”.
(Miranda July “No One Belongs Here
More Than You” 2007, Cannongate)
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