venerdì 28 settembre 2012

Ultracorpi: Miranda July "No One Belongs Here More Than You"

Miranda July in una foto che cita un quadro di Edward Hopper

Qualche anno fa mia sorella Ciambella si guadagnò una pessima fama nel campo della critica cinematografica esprimendo il suo entusiasmo per “Me and You and Everyone We Know”, una bislacca ed inconcludente pellicola che io, Speck ed il Pizza trovammo demenziale, con buona pace del premi vinti al Sundance Festival e a Cannes nel 2005.
L'idea che sembrava pervadere il film era quella di stupire il pubblico mostrando una serie di tipi umani fuori dai canoni (tendenza abbastanza diffusa nel cinema indipendente), un bizzarro freak show senza alcuno spessore.

Ho acquistato questo libro attirata dalla sua copertina rosa e gialla, senza immagini, e dal frammento di un racconto (“Something that needs nothing”) letto in libreria.
Quando ho iniziato a leggerlo mi sono tornate in mente le parole di Dave Eggers nell'introduzione a “Baci da 100 dollari “di Kurt Vonnegut (recensito qui) e mi sono detta che è vero, gli scrittori di racconti hanno assunto una posizione contemplativa, i personaggi sono passivi e si limitano a riportare le situazioni che vivono, non vi portano cambiamento. E nel frattempo provavo la fastidiosa sensazione di trovarmi di fronte a qualcuno che voleva per forza stupirmi, farmi dire “che straaanooo!”
Un'opera di Miranda July esposta alla Biennale di Venezia del 2009
Che abbia tratto ispirazione da Kurt Vonnegut?

Ma devo ammettere che ben prima di raggiungere la metà del volume ho cominciato a cambiare idea. I racconti di Miranda July sono -è vero- calati in situazioni estreme, in un mondo sospeso in un'atmosfera tra sogno, sbronza e delirio che attira e al tempo stesso intimorisce il lettore, affascinato e a volte turbato dalla stranezza. Ma (tranne che in un paio di casi) non sono superficiali, non sono semplice sfoggio di una fantasia particolarmente fertile. Al contrario, si tratta spesso confessioni a mezza voce di ossessioni, ricordi e perversioni abilmente dissimulate nella vita di tutti i giorni, storie a volte umilianti, altre semplicemente strane, in cui i personaggi fantasticano, ricordano, progettano, a volte si fanno trascinare, ma non sono quasi mai passivi.
La scrittrice è un'entità aliena che prende possesso di corpi di sconosciuti scelti a caso e li accompagna per un po', studiandoli, vivendo nella loro pelle, scoprendo i loro più intimi segreti e cercando di dargli un senso. Crede nel caso, nel destino e nell'incontro fortuito, come se ognuno fosse toccato da qualcosa di straordinario e del tutto accidentale.
Non c'è forse un coinvolgimento palese, una pietas, paragonabili a quelli di altri scrittori che riescono a trasmettere in modo immediato la solitudine dei loro personaggi, Miranda July senbra a volte un'antropologa che studia la materia umana. Tuttavia, soprattutto nei racconti più lunghi, non si resta indifferenti alle vicende delle protagoniste-ad esempio- di “It was romance” o del già citato “Something that needs nothing” o di “How to tell stories to children”, donne alla deriva che si sottomettono, si abbandonano al destino, vittime di amori inconsolabili; né alla cronaca di una separazione della coppia di “Mon Plaisir” o all'annullamento paranoico dell'identità di “This Person”.
Alcuni di questi racconti potrebbero trovare degno sviluppo in un romanzo, altri, ad esempio “I Kiss a door” o “Birthmark” sono brevi note che lasciano un piccolo segno e costringono ad osservare le cose che ci circondano da un altro punto di vista.
Miranda July è insomma migliore come scrittrice che come cineasta: è lei infatti la regista e sceneggiatrice del famigerato “Me and You and Everyone We Know”!!!, ma contrariamente al linguaggio cinematografico la pagina scritta sembra obbligarla ad una riflessione che va oltre il comportamento bizzarro, ne cerca i motivi profondi. O forse, attraverso la scrittura riesce a rendere meglio il senso della casualità, e le conseguenze di sentimenti a volte devastanti.

Scorrendo il suo divertente sito www.mirandajuly.com  che oltre a scrivere è anche performance artist e scultrice, si scopre poi che ha pubblicato diversi altri libri e che questo titolo è già tradotto in Italia da Feltrinelli col titolo di “Tu più di chiunque altro”.

(Miranda July “No One Belongs Here More Than You” 2007, Cannongate)







domenica 16 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno

"But because there was no gun,I walked over to Caitlin's desk. I looked into the circle of her face and said please step into the hallway. It was difficult to shape air so precisely, into those exact sounds."

Foto di Henry Cartier Bresson
(da "Making Love in 2003" contenuto in "No one belongs here more than you" di Miranda July, 2007 Canongate)

giovedì 13 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno

Ho iniziato da meno di una settimana e già ho dubbi su questa rubrica:
primo, perchè il Pizza, mio lettore e recensore ha espresso dubbi sulla bontà e l'interesse che può suscitare quest'operazione, e a giudicare dalla quantità degli accessi forse ha ragione;
secondo, perchè pensavo di pescare frasi un pò più interessanti;
terzo, perchè forse tutti i giorni è un pò troppo.
Ci penserò, magari cambierò la veste nei prossimi giorni.
Nel frattempo ecco la citazione di oggi:

"-Michel, qui non stiamo parlando di una festa- ho detto più in fretta e a voce più alta di quanto avrei voluto. -Si tratta del tuo futuro.
Che parola astratta, futuro."

(Herman Koch "La cena" 2010 Neri Pozza Editore)

mercoledì 12 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno

"Dickie si fermò in mezzo alla strada e lo guardò negli occhi. Stavano discutendo a voce talmente alta che alcune persone intorno a loro si fermarono per guardare la scena:
-Avrebbe potuto essere divertente,- proseguì Tom. -Non come l'hai presa tu però. Soltanto un mese fa, quando siamo andati a Roma, avresti pensato che un'avventura simile era molto divertente.-"

(Patricia Highsmith "Il Talento di Mr Ripley" 2012 Bompiani)

martedì 11 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno


"A Masta vado sempre volentieri. A parte lo splendore della città, la gente è cordiale e gentile come da nessun'altra parte ho trovato.
Arrivai in aereo a Masta il sabato sera. Trovai, come mi aveva detto Ceriello, l'appartamento in ordine perfetto."

(Dino Buzzati "L'influsso degli astri" da "Le notti difficili", 2006 Mondadori)

lunedì 10 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno



   "In natura, troppo spesso si sottovaluta la potenza della zucca."

(Fred Vargas, "Parti in fretta e non tornare" 2004 Einaudi)

domenica 9 settembre 2012

Per amore degli animali: Sholem Aleykhem "Storie di uomini e animali"

Gli animali ricorrono spesso in letteratura come metafore dell'uomo: a partire da Esopo, per arrivare a George Orwell e Richard Adams, gli scrittori hanno guardato il mondo umano e l'hanno stigmatizzato attraverso le creature sorelle che popolano la natura, evidenziandone i vizi, (più raramente) le virtù ed i comportamenti. Per fare questo hanno messo da parte la dote fondamentale che distingue l'animale dall'uomo, cioè l'innocenza.
In questo libro di Sholem Aleykem le parti sono ristabilite e gli animali tornano ad essere a tutti gli effetti loro stessi e -purtroppo, come succede nel mondo reale- vittime dell'uomo.

Henry Rousseau "Il pasto dei leoni"
Che sia per celebrare una festa religiosa o semplicemente per la cattiveria che muove il forte a torturare chi appare più debole, polli e galline, carpe, cavalli, cani subiscono le conseguenze dell'ansia degli umani di festeggiare, di dare sollievo alla propria miseria quotidiana, di celebrare Dio, e poco male se così facendo trascurano il Precetto del Talmud "Pietà per gli esseri viventi".

In questi brevi racconti asciutti e privi di sbavature sentimentali l'uomo appare come un essere privo di considerazione per chi non può imporre con la violenza la proprià volontà ed il proprio diritto a vivere. Ed ecco allora i polli rivoltarsi contro le pratiche delle kapures che li sottopongono ad una morte lenta e dolorosissima, creature catturate nel buio e trasportate verso il sacrificio delle quali non conosciamo nemmeno l'identità, potrebbero essere un uomo e una donna o parimenti due animali.
Ancora, un cane ebreo, che per sfortuna ricorda "Il cane che aveva visto Dio" di Buzzati, ma ancora più infelice, perchè incapace della spietatezza cui chi lo circonda è avvezzo, e quindi è destinato a soccombere. Seppure i suoi fratelli cani lo scacciano, per avere il pasto di avanzi del macellaio tutto per loro, il lupo ha pietà di lui e la crudeltà gratuita è sempre qualcosa di squisitamente umano.

Solo un bambino si salva in questo quadro scoraggiante, l'unico che ricordi il Precetto, l'unico in grado di piangere per la sorte di tutte le creature, mentre gli adulti intorno a lui lo deridono e cercano di dimenticare tutto, di annegare il dolore delle persecuzioni, della povertà e della solitudine nella festa.

L'autore guarda tutti i suoi personaggi, animali e uomini, con una sorta di pietà universale, e se prende sicuramente le parti dei deboli, delle vittime, non dimentica cosa fa i loro carnefici tanto efferati.
Questo piccolo libro è in realtà un potente richiamo al rispetto della vita in qualunque forma si presenti ed alla gentilezza, qualcosa di cui sentiamo sempre più disperatamente la mancanza.

(Sholem Aleykhem "Storie di uomini e animali" 2007 Adelphi)

Citazione Ispirazione del giorno

"E' morto" disse Miss Hostetter "morto, dietro i barili."
Amy cominciò a camminare senza direzione, strascicando i passi, per la stanza, e si fermò quando fu più lontano che poteva da Miss Hostetter. "Morto?"
"Stecchito" disse Miss Hostetter.
"Non parli di lui così!" disse la mia futura sposa.
"Ma è proprio così" disse Miss Hostetter. "E comunque, non credo avresti avuto il coraggio di fare niente."

(Tratto da "La Riserva delle Ragazze", racconto incluso in "Baci da 100" Dollari di Kurt Vonnegut,  ISBN edizioni)

sabato 8 settembre 2012

Citazione Ispirazione del giorno

"Quanto a Mr Forbes, dopo il suo inqualificabile comportamento al matrimonio non la passò più liscia: dovette trascorrere diversi mesi in esilio più o meno permanente nel capanno del giardino."

(Alan Bennet "Due storie sporche" 2011 Adelphi editore, traduzione di Mariagrazia Gini)

venerdì 7 settembre 2012

El Principe Picinin

Ho la casa piena di copie de "Il piccolo principe" in almeno quattro lingue diverse. Ma in dialetto veneto ancora non l'avevo visto.
Questo volume è edito da Edition Tintenfass, una casa editrice di lingua tedesca che ha nel suo catalogo di letteratura per bambini anche la versione in dialetto milanese del libro di Saint Euxpery nonchè "Pierino Porcospino" e "Max e Moritz", classici piuttosto dark.
Per autentici fanatici...

Citazione ispirazione del giorno

Funziona così: tutti i giorni apro un libro e leggo la prima frase che mi capita sotto gli occhi. Poi la riporto nel blog, e forse a qualcuno sarà d'ispirazione.
Iniziamo oggi, con uno dei miei autori preferiti, Mark Twain, e l'immenso Huckleberry Finn:

"Noi naturalmente muti, e ce la diamo a gambe, e via come saette. Allora si odono passi di corsa, una serie di spari, e le pallottole ci fischiano tutte in giro. Ce le sentiamo fischiare proprio vicine. Poi li udiamo urlare:
-Sono qui, sono qui! Sono diretti verso il fiume! Sotto, ragazzi, e sguinzagliate i cani!"

(dall'edizione Einaudi, traduzione di Enzo Giachino)

martedì 4 settembre 2012

Rinnoviamo le Sirene?

Devo dire che sono soddisfatta del mio blog...almeno esteticamente non lo cambierei. Vorrei però qualche suggerimento da parte di voi lettori, vorreste qualcosa di diverso? Articoli di altro tipo oltre alle recensioni? Forza, non siate timidi e lasciate i vostri suggerimenti nel modulo commenti!

domenica 2 settembre 2012

Vonnegut prima di Vonnegut: "Baci da 100 dollari"

Jackson Pollock "Number 8"

Quando un grande (o grandissimo in questo caso) scrittore muore, in genere succedono due cose: la prima è che vengono ripubblicati tutti i suoi libri in modo che chi non lo conosce possa scoprirlo; la seconda è che gli eredi dell'artista frugano nei suoi cassetti e ne traggono una serie di inediti che vengono dati alle stampe fidando che la rinnovata celebrità del caro estinto li farà vendere. Anche se entrambe queste cose sono successe (in modo molto discreto e rispettoso, per la verità) per Kurt Vonnegut, “Baci da 100 dollari” non appartiene a nessuna delle categorie di cui sopra.
Si tratta infatti di una raccolta di racconti pubblicati da riviste Americane come Collier's, Ladies' Home Journal e The Saturday Evening Post negli anni del dopo guerra. Una specie di prequel a quella che sarebbe stata una delle opere più sconvolgenti e meravigliose della letteratura contemporanea.

Prima di frantumare il tempo e riuscire ad elaborare (senza poterlo mai esaurire, ahimè) il dolore della guerra, prima di Tralfamadore, e degli Infundibuli Cronosinclastici, prima di tessere trame sconcertanti e diventare un simbolo della controcultura Kurt Vonnegut scriveva racconti divertenti, tristi, popolati di personaggi bislacchi ed illuminati da una luce dolce e stramba.
Ci sono scienziati che vivono insieme a frigoriferi robot, vedove di guerra, vecchi dalla pronuncia scorretta, colleghi burloni e così via, persone che affrontano il mondo e le cose che accadono loro e che in molti casi avranno la vita cambiata dalle proprie azioni.
Storie limpide e senza trucchi o trabocchetti nel finale (una tecnica abbastanza diffusa nei racconti brevi), in cui prevale la curiosità per le reazioni umane, e per il “come va a finire”. E si srotolano quasi con dolcezza, anche quando affrontano argomenti dolorosi e creano tensioni a cui è difficile non partecipare. In “Ruth” ad esempio, una giovane donna, incinta, che ha appena perso il marito, si trova ad affrontare una suocera morbosa che vive nel ricordo del figlio e vuole perpetuarlo a modo suo; “La voce del denaro” e “Gli imbroglioni” pongono questioni morali a cui lo scrittore dà una risposta ottimista e fiduciosa nell'uomo.
Non tutto va liscio, ed a volte l'esito delude, come in “Tango”, un racconto condotto sul filo di una brillante sicumera tipicamente Vonneguttiana, ma abbastanza sconclusionato, senza un senso profondo né un vero finale; “Spegniti breve candela” è l'unica storia a ricorrere al finale a sorpresa di cui parlavo all'inizio, ma è tanto prevedibile che la sorpresa non c'è.
In generale comunque, il bersaglio è centrato: tra i racconti migliori “Con la mano sull'accelleratore” e “Baci da 100 dollari” in cui le vittime di atteggiamenti comuni e fastidiosi dell'uomo medio, di piccoli velenosi soprusi quotidiani, reagiscono e si difendono. Questa “sistemazione dei torti” è un elemento importante di queste storie in cui c'è ancora la speranza (o forse il disperato desiderio) che le cose, se tutti s'impegnano, possano migliorare, un sentimento che si tramuterà in amarezza e rassegnazione per l'incorreggibilità e del genere umano.

Anche se questo non è il Vonnegut che la maggior parte del pubblico conosce, sotto la superficie dei racconti dalla struttura semplice e forse (dati i committenti) un po' addomesticata ribollono gli elementi ricorrenti della sua letteratura a venire: il fantastico e l'assurdo, la guerra, l'incontro tra bene e male, il destino e perfino la passione per l'arte moderna, tenuti insieme dal suo umorismo e da una sensibilità fuori dal comune.
Per chi lo ama è un ritorno alle origini che aiuta a conoscerlo meglio, ad affezionarcisi anche di più. Per chi non ha mai letto niente di suo o non ha digerito le opere più ardite è l'occasione per avvicinarsi e riavvicinarsi in maniera più “morbida” al suo lavoro.

A rendere ancor più pregevole il volume ci sono molti disegni dello stesso Vonnegut ed una bella prefazione di Dave Eggers.


(Kurt Vonnegut “Baci da 100 dollari” 2011 ISBN Edizioni)