domenica 26 settembre 2010

Alla scoperta del Negozietto



E'
una delle mie mete preferite, il mitico "negozietto" di libri e dischi usati (e nuovi), che si trova vicino a casa mia.

La zona in cui abito, alla periferia milanese, apparentemente non offre granchè, ma passeggiando per le viette laterali, appena alle spalle dei supermercati alimentari e di abbigliamento economico, si possono avere delle sorprese.
Il Negozietto è una di queste, la caverna di Alì Babà di libri, cd, dvd, vinili usati.
L'usato ha per me un fascino particolare e quando compro un volume di seconda mano vi cerco eventuali dediche, appunti (non sottolineature!), biglietti scordati tra le pagine che rivelino qualcosa della sua vita precedente.
Adoro grufolare tra gli scaffali, saltellare tra i classici della letteratura e la fantascienza, dai fumetti alla letteratura contemporanea. Non sai mai cosa troverai e a volte capitano quasi dei miracoli: come quella volta che in uno dei cestoni da un euro ho trovato "La falena" di James Cain, uno dei libri di questo autore che ho più amato, da decenni fuori catalogo. E che dire della sera in cui mi sono portata a casa il poderoso "Blonde" di Joyce Carol Oates a metà prezzo?
E ancora, romanzi che da tempo occhieggiavi ma non avevi il coraggio di comprare (e se poi non mi piace?) che improvvisamente diventano abbordabili e "rischiabili". Inoltre, dato che è possibile vendere libri oltre che comprarne, c'è la possibilità di liberarsi dei volumi che ormai non ci interessano più e di scalare qualche euro dagli acquisti. I bambini dispongono di un reparto poderoso considerate le dimensioni del locale e di recente ai libri si sono aggiunti anche i giocattoli.
Anche la musica che si trova è della più varia e l'impianto stereo del Negozietto allieta i suoi frequentatori soprattutto con rock di tutti i generi. Il proprietario (credo sia lui) si sofferma volentieri a discutere di musica e a consigliarti musicisti che a seconda dei tuoi acquisti potrebbero essere di tuo interesse.
Cosa si potrebbe volere di più?
L'indirizzo! Via dal Pozzo Toscanelli, Milano (Metropolitana Cimiano o Crescenzago)

sabato 25 settembre 2010

Segnalazione

A Roma, dal 9 al 13 ottobre si svolgerà il Festival Internazionale di Letteratura Ebraica.
Tra i partecipanti Ron Leshem, Yarona Pinhas, Erica Jong.
Il programma completo sul sito.

mercoledì 8 settembre 2010

Nessun controllo, A.M. Homes "La sicurezza degli oggetti"



siamo tutti, chi un po' di più, chi un po' di meno tutti tutti tutti completamente pazzi” (Il Teatro degli orrori “E lei venne!”)

E’ raro trovare un libro di racconti che appassiona come questo: una volta iniziato l’ho finito in un lampo, curiosa com’ero di scoprire il prossimo passo verso l’abisso pensato dall’autrice, che con terribile determinazione ed una certa crudeltà spinge i suoi personaggi oltre il limite.

La normalità non esiste e dietro i codici che adottiamo per renderci accettabili dalla società siamo tutti paranoici: le regole dettate dalla vita quotidiana, la routine del lavoro e dei riti famigliari servono solo a proteggerci dalla follia che non aspetta altro che un minimo cedimento per sopraffarci. Basta lasciare i propri figli dalla nonna per un fine settimana in un tentativo di recuperare la passione giovanile e rinverdire un rapporto amoroso o non riuscire a rientrare in ufficio per il pomeriggio o fare un giro di troppo nel  centro commerciale: improvvisamente perdiamo il contatto con la realtà ed i nostri più intimi segreti, le paure, i desideri emergono più forti della buona educazione e delle convenzioni.
Così per esempio, al protagonista di “Acchiappare i proiettili al volo” capita suo malgrado di essere tentato dai corpi di quindicenni pacchiane e ignoranti, mentre Elaine e suo marito, bravi genitori borghesi si trovano a fumare crack in salotto e, forse proprio nella casa accanto, un ragazzo s’innamora della Barbie Tropical di sua sorella e con lei scopre la sua (complicata) sessualità.

Spavalda, A.M. Homes mette il dito nella piaga purulenta e lo spinge fino in fondo, mettendosi nei panni di ragazze brutte e grasse, incomprese dalla madre ed incapaci di amarsi che si nascondono nell’armadio della biancheria o si masturbano nel giardino di casa in pieno giorno; spia una famiglia prigioniera di un figlio in coma da anni, vive la presa di coscienza di una ragazzina dell’umiliazione di genere che subisce in quanto donna ed analizza con caustica lucidità il processo che porta un bambino rapito da uno squilibrato ad adattarsi alla sua condizione di prigioniero fino ad abituarcisi completamente e vivere la liberazione come un rifiuto.

E’ disturbante, anche perchè alcune di queste storie risposte a domande imbarazzanti che temiamo di porci ("Cosa farei se...?", "Cosa succede quando...?")  ed a qualcuno potrebbe venire la tentazione di mollare un libro così forte, in cui i personaggi non godono di alcun aiuto da parte della loro creatrice, che li lascia, privi di qualunque sicurezza fisica o affettiva. Forse, come suggerisce il titolo e come sembra fare uno dei protagonisti dei racconti, restano solo gli oggetti, automobili, case eccetera, a darglii un'illusione di controllo sulle loro vite. Il lettore non può fare a meno di sentirsi parte del loro stesso vuoto e se solo ce lo concediamo possiamo scoprire di assomigliargli più di quanto vorremmo.
La vita in questi racconti è desolata ed agghiacciante, ridicola a volte nella sua verità e priva di giustificazioni e soluzioni. Si sente solo un gran freddo.

(A.M. Homes "La sicurezza degli oggetti" 2010, Feltrinelli)

giovedì 2 settembre 2010

Va dove ti porta lo spazzolone! Louise Rafkin "Lo sporco degli altri"

Quando mia sorella mi regalò questo libretto lo fece non tanto perchè io odi fare le pulizie (cosa verissima) ma per dimostrarmi che ogni lavoro, per quanto sembri brutto, può avere i suoi lati buoni. Ed è vero, se quello che fai ti piace, non importa quanto umile o poco attraente sia in apparenza la tua occupazione.
A Louise Rafkin pulire piace VERAMENTE: le piace lucidare, grattare, lustrare; le piace prendere soldi per farlo e pensa a pulire anche nel suo tempo libero. E' una professionista cosciente delle proprie capacità ed esperienza, nonché della propria dignità di lavoratrice. Le sue amiche sono donne delle pulizie come lei ed i loro discorsi vertono sul come pulire cosa, ma soprattutto sulle persone per cui puliscono. Quello è il valore aggiunto ed indiscutibile della sua professione, che le permette di venire in contatto con gli aspetti più intimi delle vite degli altri e le dà materia prima per i suoi scritti. Segue l'evoluzione dei matrimoni, l'arrivo o la sparizione di amanti, animali, raccoglie informazioni altrimenti indisponibili ad un qualunque ospite della casa e si fa un un'idea molto precisa della personalità di chi l'assume.
Ne vengono fuori quadretti esilaranti di persone completamente matte ma che probabilmente sono considerate sane di mente dal mondo tutto. Solo la donna delle pulizie conosce la verità.

Questo però è solo l'inizio. Attraverso la passione per il pulito la Rafkin esplora, con esperienza diretta o interviste agli interessati, tutte le declinazioni della propria professione, arrivando dappertutto.
Analizza le condizioni lavorative a cui sottostà la sua categoria, in gran parte formata da donne di colore o  ispaniche, magari clandestine, l'evoluzione (purtroppo anche in negativo) che ha portato una ventata di legalizzazione, non sempre favorevole alle lavoratrici. Inoltre c'illustra tutte le esperienze possibili ed immaginabili nel mondo del pulito. Per farvi un esempio, esiste un business delle pulizie sexy, cioè di uomini o donne che vi puliscono veramente la casa ma lo fanno in mutande o mutandine (o addirittura nudi). Altri si specializzano nella pulizia di luoghi delitto, altri ancora nelle opere d'arte. Nella sua incessante ricerca l'autrice s'infiltra perfino in un gruppo di “Disordinati Anonimi”, disperati che hanno raggiunto lo stadio terminale del disordine e cercano di disintossicarsi.

Man mano che l'esplorazione procede si fa anche più seria e dopo la metà del libro la parola pulizia diventa sinonimo di purificazione, ordine mentale, dei ricordi e di vita. Non si tratta più semplicemente di rendere brillanti le superfici, ma di trovare un senso profondo per sé stesse.
Louise finirà addirittura in Giappone, a lavorare gratuitamente in una comunità che fa del servizio la sua missione. Si troverà a sognare di uscire con le squadre che vanno porta a porta ad offrirsi di lavare i cessi altrui.

Le pulizie sono qualcosa di basilare nella vita di tutti i giorni e proprio per questo investono a vario titolo l'esistenza di chiunque. Grazie a Louise Rafkin ho scoperto un mondo fino ad ora ignoto e sono entrata nella testa di una persona che ama pulire, qualcosa di difficilmente comprensibile per chi considera ramazzare e spolverare una specie di supplizio e tutto sommato nel proprio disordine ci vive bene. Lo consiglio a chi fa uso dei servigi di una donna di servizio, alla donna di servizio stessa, a chi ha una fissazione per il pulito e a chi non ce l'ha proprio. Questi ultimi potrebbero addirittura cambiare le loro prerogative e sentirsi attratti da secchi e stracci. Ma non garantisco.

(Louise Rafkin “Lo sporco degli altri” 2000, Feltrinelli)