sabato 22 novembre 2014

Salone del Libro Usato

Accidenti, quasi lo mancavo. C'è quasi tutta la domenica per esplorare il Salone Internazionale del Libro Usato di Milano. Tutte le informazioni le trovate qui. Fate scroll della pagina, indirizzo e orari sono a metà pagina. Buon divertimento.

martedì 18 novembre 2014

Quello che sapevamo di Eliana-Bookcity 2014

Ecco qualche foto dell'evento di domenica scorsa al Castello Sforzesco. Un pubblico numeroso, considerati sia l'orario che i problemi di viabilità e trasporti causati dagli allagamenti. Dobbiamo un grande ringraziamento a Bruna Miorelli, che ci ha aiutati durante la preparazione del libro, ha scritto l'introduzione e ci ha accompagnati durante la mattinata a Bookcity.
E se v'interessa acquistare il libro, scrivete numerosi all'indirizzo pennedipollo@gmail.com.
Le foto sono di Elisabetta Piccolo, che ringraziamo.


Ecco le Penne di Pollo! Meno una che si è fermata a firmare autografi. A sinistra, Bruna Miorelli

sabato 15 novembre 2014

Quello che sapevamo di Eliana


Mancano poche ore all'evento di cui vi avevo accennato qualche post fa, "Quello che sapevamo di Eliana", inserito nel programma di Bookcity 2014. Si tratta di un progetto di scrittura condivisa delle Penne di Pollo, un gruppo di aspiranti scrittori di cui faccio parte, che si è sviluppato dalla tarda primavera all'autunno di quest'anno. L'idea non è nuova ma sempre accattivante, creare un personaggio (il nostro si chiama Eliana Cascia) con le voci di chi lo conosce o -come in questo caso- lo ha conosciuto, ricostruendo, confermando o distruggendo l'immagine nota ai più. Partendo da un necrologio scritto ad hoc dal Presidente del gruppo ognuno dei partecipanti ha scritto un racconto da un diverso punto di vista: di un parente, un amico, qualcuno che conosceva la protagonista solo di fama ma non personalmente. Ne è venuto fuori un ritratto eterogeneo e speriamo interessante. Domani alle ore 10 nelle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano presenteremo il volume in cui sono raccolti i racconti e chi vorrà potrà prenotare il libro, disponibile a breve, anche in formato ebook
Se vi va, ci si vede lì.

giovedì 13 novembre 2014

Street art


Vi propongo un divertente post in cui sono raccolte immagini di graffiti ispirati alla letteratura. Non sono tutti capolavori, però qualcuno è davvero interessante. Cliccate QUI

mercoledì 12 novembre 2014

Né carne né pesce: Jean Dutourd, "Testa di Cane"

Edmond Du Chaillu nasce con un destino segnato e, a parte lui, tutti ne sono immediatamente consapevoli. Appena vedono la sua testa di cucciolo di Spaniel sul corpicino di bambino, i signori Du Chaillu sono sommersi dall'orrore e dalla vergogna, la mente di entrambi entra in corto circuito dal quale non si riprendono. Scioccati, privi di riferimenti e guidati da perbenismo e paranoia, impongono al piccolo una bizzara educazione fatta di severità, panico e un'estrema confusione. Edmond sarebbe un bambino (quasi) del tutto normale, in grado di vedere la propria diversità positivamente se l'atteggiamento dei genitori -più delle prese in giro dei compagni di scuola e della pietà degli insegnanti- non gli creasse i primi traumi e i primi complessi che riemergeranno sempre più forti nel tempo. Nonostante tutto Edmond studia, si laurea, cerca di entrare nel mondo degli uomini, al quale sente di appartenere. Ne viene respinto brutalmente, abbandonato dalla madre e dal padre, e dagli altri a volte compatito a volte deriso. Trova comprensione solo in poche persone che lo apprezzano e si dispiacciono per la sua situazione. Eppure non si arrende, prova e riprova attraversando decine di esperienze diverse, tutte destinate a portargli dolore.
Un solo evento nella vita di un individuo, altrimenti comune e incolore, ne diventa il punto focale attorno al quale quell'esistenza si forma e si struttura. Senza la testa di Spaniel la storia di Edmond non esisterebbe, è questa a renderlo speciale, degno di nota e per quanta sofferenza lui possa provare non arriva mai a odiare la sua parte canina. E' anzi affascinato dalla propria unicità e in cerca di origini che giustifichino la sua esistenza, trova suoi fratelli nella mitologia: il Minotauro e gli dèi egizi, esseri potenti e superiori che incutevano terrore agli uomini e di cui Edmond è l'erede. Nella società moderna gli dèi sono ancora temuti ma non si cerca più la loro benevolenza. La diversità da simbolo di potenza è diventata debolezza, gli dèi diventano mostri, esorcizzati e annichiliti con l'esclusione e lo scherno.Trascinato dalle emozioni Edmond attraversa ogni periodo della propria vita inconsciamente in bilico fra l'animale e l'uomo: la dicotomia è tanto evidente che il desiderio di essere incluso a pieno titolo in uno dei due gruppi appare talvolta come una forzatura che lui stesso s'impone, pur di trovare una collocazione sociale ed emotiva.
Qualcuno leggendo questa storia potrebbe paragonarla a “Cuore di cane” di Mikhail Bulgakov, in cui troviamo una situazione che apparentemente sovrapponibile; ma mentre quello è un'allegoria politica e sociale in cui la trasformazione di un cane in uomo è metafora del cambiamento operato dalla rivoluzione comunista nelle classi sociali russe, “Testa di cane” esplora l'animo umano e la società, svelata come un branco minaccioso pronto a scacciare il diverso, il nuovo. E se Pallino, il randagio usato come carne da esperimento dal dottor Preobraženskij, era cane fino in fondo e come tale continuava a comportarsi, sfruttando le maniere umane per ribellarsi al proprio “creatore”, al contrario Edmond cerca di uniformarsi, di essere uguale agli altri. La contrapposizione tra ragione umana e natura si personifica in lui, pronto a qualsiasi cosa pur di essere accettato dalla prima e spinto dall'istinto e dalla disperazione verso l'irrazionale e il selvaggio. Non imparerà mai a conoscere a fondo gli uomini, non riuscirà mai a comprendere abbastanza la loro mente, così simile in fondo a quella dei cani: scacciato, deriso, disilluso, troverà il solo rifugio possibile nella cancellazione di quel mondo che lo ha rifiutato “sprofondando nel cane” (come scrive Dutourd) e accettando finalmente la propria terribile strada.
In queste poche pagine è contenuta una riflessione profonda sull'esclusione di chi non ci somiglia, tanto potente che a tratti si prova angoscia e disgusto, e lo spensierato sottotitolo: “Cronanca spassosa di una vita infelice” appare davvero troppo crudele. Kurt Vonnegut diceva che l'umorismo è una reazione quasi fisiologica alla paura e trovo che questo aforisma andrebbe aggiunto sul frontespizio, perché nonostante lo stile leggero e brillante, la quantità di personaggi curiosi che s'incontrano e la grande simpatia per il protagonista, questa storia lascia impauriti, per come siamo e come potremmo diventare se il nostro branco ci scacciasse.

(Jean Dutourd, “Testa di Cane”, 2013 Vinili ISBN edizioni )