sabato 27 febbraio 2010

Iniziativa

Kika mi ha segnalato l'iniziativa Storie per fiducia, un progetto partito dal cinema, a cui hanno partecipato Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino.
Entrando nel sito avrete la possibilità di creare un eroe e su di lui/lei scrivere un racconto da pubblicare sul sito, far leggere e votare. Per saperne di più, cliccate QUI

giovedì 25 febbraio 2010

La terra dei cuori spezzati


Ammetto di essere in imbarazzo, volendo scrivere una recensione di questo romanzo. Si tratta di un libro così bello, così importante che bisogna andarci cauti.

"Revolutionary Road" fu il primo romanzo scritto da Richard Yates e gli valse da solo il diritto di entrare nella storia della letteratura Americana. Forte e soprendente oggi, deve essere stato una specie di bomba quando fu pubblicato per la prima volta nel 1961. Infatti, riporta un’analisi impietosa e acidissima non solo della società piccolo borghese Americana di allora, ma dell’umanità tutta, dominata dal perbenismo, accecata dalla convenzione e dalla snobberia e incapace d’amore sincero e disinteressato.

Il romanzo si apre con l’accurata descrizione di una rappresentazione teatrale della “Compagnia dell’Alloro”, un gruppo di dilettanti che mette in scena “La foresta pietrificata”. Tra i protagonisti c’è April Wheeler, moglie di Frank, che la guarda dalla platea. Basta questa scena iniziale, che avrebbe facilmente potuto diventare noiosa (data anche la lunghezza) a farci capire di quale stoffa sia la scrittura di Yates: densa, profonda, indaga nelle azioni, nei pensieri dei personaggi, rivelandoli senza remore e censure per quel che sono. Veniamo subito attirati da questa coppia che si rivela quasi immediatamente in crisi. Frank ed April litigano, litigano spesso e apparentemente da tanto tempo. Hanno due figli piccoli che sentono come un impaccio e forse non amano nemmeno. Nessuna delle persone che li circondano sembra però capire quanto sia drammatica la loro situazione: nè la ridicola signora Givings, il prototipo della borghese perbene, ficcanaso e pettegola né i loro pseudo amici Campbell, la tipica coppia composta da una moglie sempliciotta e casalinga e un marito insoddisfatto anche se non particolarmente brillante. A costoro i Wheeler appaiono una coppia dinamica e moderna, anticonformista. E Frank ed April fanno di tutto per esserlo, con tentativi attoriali, sarcasmo e snobberia nei confronti del sentimentalismo che impregna la società Americana e del lavoro impiegatizio di lui, un lavoro stupido, tra persone stupide ed ottuse, un ambiente nel quale cerca disperatamente di non essere coinvolto fino in fondo.

Coloro che li circondano non sono alla loro altezza, anche se li amano (o chiamano amore il loro desiderio di controllarli, di possederli in qualche modo) e li invidiano, e forse questo sentimento di disprezzo verso ciò che li circonda è ormai l’unica cosa che li tiene con fatica insieme. Non c’è molto altro da spiegare, almeno a livello di trama. E’ così limpida l’analisi di Yates, dei piani meschini che Frank mette in atto per tenere April legata a sé, della mancanza di fiducia di April stessa nei confronti del marito, il suo desiderio di fuga che sembra concretizzarsi e l’onestà con cui prende coscienza dei propri sentimenti, delle continue manovre di tutti i personaggi, che cercano di ottenere qualcosa l’uno dall’altro.

Da quest’intreccio, dinamico eppure statico (“Non narra una storia ma una situazione”, ha detto il mio amico Ciccio) emerge una visione amara e pessimista dell’amore (non c’è una relazione veramente riuscita e nutrita da un sentimento autentico) e un atto d’accusa verso l’America: perché April, Frank, i loro vicini, sono tutti figli e vittime di un paese che li ha abbandonati, parcheggiati da zie ospitali e spediti a combattere, che ha distrutto la loro capacità di amare blindandoli in un destino senza scampo, fatto di banalità melense e serate coi vicini, di chiacchiere immancabilmente “cordiali”, di rapporti superficiali e codificati, basati sull’apparenza, a cui chi non sa adeguarsi muore o impazzisce. John, figlio della signora Givings è psicolabile, internato in una clinica, ma appare intelligente, troppo intelligente ed acuto per essere “accettato”, troppo sincero per essere lasciato libero.

Difficile amare fino in fondo uno di questi personaggi che appaiono tutti negativi, in qualche modo corrotti ed egoisti, incapaci di comportarsi in maniera pulita e onesta. Le loro storie spiegano il perché delle loro azioni, ma non sono sufficienti, comunque, a giustificarli. E pensandoci, è abbastanza raro trovare un libro in cui non ci venga proposto un “buono” e un “cattivo”, un libro schietto al punto di rifiutare lo schema bene/male.

E’ bello trovare un romanzo sincero fino alla cattiveria, ricco di umorismo e in grado di mostrarci cosa si trova sotto la superficie della quotidianità, dei bei modi, delle buone maniere. Leggetelo.

(Richard Yates "Revolutionary Road" 2009 Minimum Fax -Prefazione di Richard Ford, contiene alcuni scritti di e su Richard Yates)

domenica 21 febbraio 2010

I Luoghi del leggere 4




Inutile negarlo, benchè non sia il mio preferito, il luogo del leggere per eccellenza è il bagno. Quand'ero piccola i miei genitori ci si chiudevano con giornaletti, posacenere e sigarette, per sessioni che a me parevano interminabili.
Appartenendo al gruppo degli "istantanei", coloro cioè che al bagno ci vanno quando hanno bisogno, non spendo molto tempo a leggere in questa stanza, però il mio fidanzato ci passa ore ed ore. Tiene un'intera pila di riviste di elettronica e libri di storia antica, romanzi e guide turistiche (che vengono periodicamente sostituiti) sul mobile del bagno, così che mentre fai la cacca ti fai pure una cultura. Personalmente vado matta per le riviste (anche se di elettronica non ci capisco niente), soprattutto quelle degli anni 60, in cui nei circuiti al posto dei microchip ci sono valvole grosse come bicchierini di yogurth.
Il bisogno di privacy e concentrazione necessari alla lettura fanno del bagno il posto ideale non solo per leggere ma anche per creare. Nessuno oserà disturbarti quando sei "in seduta" e tu potrai immergerti tranquillamente nelle tue fantasie. Puoi scrivere, disegnare o fare solo un cruciverba. La mia amica Anna, che ha tre fratelli più piccoli, da ragazzina prendeva la scusa di dover andare al gabinetto per poter leggere in santa pace.
Per alcune persone è così indispensabile leggere in bagno, che se gli manca un libro o un fumetto finiscono per buttarsi su qualunque tipo di testo, dai flaconi del bagnoschiuma alle controindicazioni di qualche pastiglia per il mal di testa. Ed è innegabile che concentrarsi sulla lettura, distrarsi dal motivo per cui ti trovi lì, aiuti anche le funzioni corporee.
Oggi come oggi c'è un sacco di gente che preferisce il computer o il nintendo come compagni nell'avventura sulla tazza. Io favorisco ancora la lettura (anche perchè al nintendo non ci so giocare). Anzi, penso sarebbe interessante stilare una classifica dei titoli più gettonati per la stanza da bagno...Se qualcuno di voi vuol mandarmi i suoi titoli preferiti (indicando anche il grado di efficacia intestinale), sarò ben lieta di pubblicarli.
Un'ultima nota: forse qualcuno si ricorderà Cher che leggeva paperbacks nella vasca da bagno nel film "Sirene": ecco, ho sempre sognato di fare come lei, ma la verità è che sono troppo terrorizzata all'idea di rovinare un libro facendolo cascare in acqua, per tentare...

giovedì 18 febbraio 2010

Concorso Letterario

M'è arrivata notizia di questo CONCORSO LETTERARIO, magari può interessare a qualcuno di voi...

Interessante iniziativa!

Vi segnalo il Blog Pensoscrivo sul quale è nata un'iniziativa molto originale: regalare il 26 marzo 2010 un libro ad un perfetto sconosciuto. Trovate tutte le notizie necessarie ad aderire all'iniziativa, il perchè ed il percome sul blog oppure nella pagina di Facebook. Dategli un'occhiata!

venerdì 5 febbraio 2010

Let Love In!!!! Jacopo Fo "La corretta manutenzione del maschio"

In generale, i libri che parlano di come risolvere i problemi di coppia o più in generale di come farla funzionare non m'interessano. Non ho simpatia per la manualistica che dà consigli alla Alberoni. Jacopo Fo ha però uno stile simpatico, umoristico e quindi si spendono volentieri un paio di giorni a leggere il suo libro.
Allora, come funzionano gli uomini? Come possiamo gestire meglio codeste creature? Come mai noi donne siamo superiori a loro? A questi e a molti altri quesiti troverete risposta in queste pagine, che contengono alcune osservazioni interessanti e sincere sulla vita di coppia.
Per cominciare vengono illustrate alcune grosse differenze di carattere percettivo e tutta una serie di circostanze derivanti dalla storia dell'uomo, dal suo essere animale, che rendono così difficili i rapporti tra uomini e donne: per esempio, la capacità di valutare l'aspetto di un potenziale partner è più sviluppata nelle donne, così che non necessitano di lunghi sguardi indagatori come gli uomini, che al passare di una fanciulla torcono il collo e sono costretti a girare tutta la persona. A noi basta un'occhiata veloce, come Terminator.
Oppure, l'istintiva diffidenza femminile nei confronti dell'uomo, che deriva dai millenni di bassa o nessuna considerazione subìti. Inutile protestare dicendo "Io non sono gli altri" o "E' passato tanto tempo", la cultura imperante è ancora maschilista e le donne ci sono immerse fino al collo, purtroppo.
Tra qualche caduta di ritmo e gli inevitabili aneddoti sul primo amore/primo bacio/primo tradimento eccetera, Jacopo Fo ci fornisce delle osservazioni di una semplicità disarmante, cose che abbiamo sempre pensato ma avevamo paura di dire: per esempio, che i partner hanno bisogno di spiegazioni, che non si può dire "Se mi ama capirà", è una sciocchezza da cioccolatino. E ancora, innamorarsi è una scelta, una decisione che si prende, mettere in gioco tutti noi stessi anche a rischio di fallire e rovinarci la vita (e succede).
Ma evidenzia anche come l'amore sia qualcosa di relativamente recente nella storia dell'uomo, come siamo ancora in rodaggio su questo tema e quanto ci creda lui, nell'amore.
Una lettura piacevole, che sarebbe il caso facessero entrambe i componenti della coppia. O magari uno solo (scommetto che sono principalmente le donne) a voce alta, così che l'altro non abbia scuse...

(Jacopo Fo "La corretta manutenzione del maschio" 2009 Ugo Guanda Editore)