domenica 9 settembre 2012

Per amore degli animali: Sholem Aleykhem "Storie di uomini e animali"

Gli animali ricorrono spesso in letteratura come metafore dell'uomo: a partire da Esopo, per arrivare a George Orwell e Richard Adams, gli scrittori hanno guardato il mondo umano e l'hanno stigmatizzato attraverso le creature sorelle che popolano la natura, evidenziandone i vizi, (più raramente) le virtù ed i comportamenti. Per fare questo hanno messo da parte la dote fondamentale che distingue l'animale dall'uomo, cioè l'innocenza.
In questo libro di Sholem Aleykem le parti sono ristabilite e gli animali tornano ad essere a tutti gli effetti loro stessi e -purtroppo, come succede nel mondo reale- vittime dell'uomo.

Henry Rousseau "Il pasto dei leoni"
Che sia per celebrare una festa religiosa o semplicemente per la cattiveria che muove il forte a torturare chi appare più debole, polli e galline, carpe, cavalli, cani subiscono le conseguenze dell'ansia degli umani di festeggiare, di dare sollievo alla propria miseria quotidiana, di celebrare Dio, e poco male se così facendo trascurano il Precetto del Talmud "Pietà per gli esseri viventi".

In questi brevi racconti asciutti e privi di sbavature sentimentali l'uomo appare come un essere privo di considerazione per chi non può imporre con la violenza la proprià volontà ed il proprio diritto a vivere. Ed ecco allora i polli rivoltarsi contro le pratiche delle kapures che li sottopongono ad una morte lenta e dolorosissima, creature catturate nel buio e trasportate verso il sacrificio delle quali non conosciamo nemmeno l'identità, potrebbero essere un uomo e una donna o parimenti due animali.
Ancora, un cane ebreo, che per sfortuna ricorda "Il cane che aveva visto Dio" di Buzzati, ma ancora più infelice, perchè incapace della spietatezza cui chi lo circonda è avvezzo, e quindi è destinato a soccombere. Seppure i suoi fratelli cani lo scacciano, per avere il pasto di avanzi del macellaio tutto per loro, il lupo ha pietà di lui e la crudeltà gratuita è sempre qualcosa di squisitamente umano.

Solo un bambino si salva in questo quadro scoraggiante, l'unico che ricordi il Precetto, l'unico in grado di piangere per la sorte di tutte le creature, mentre gli adulti intorno a lui lo deridono e cercano di dimenticare tutto, di annegare il dolore delle persecuzioni, della povertà e della solitudine nella festa.

L'autore guarda tutti i suoi personaggi, animali e uomini, con una sorta di pietà universale, e se prende sicuramente le parti dei deboli, delle vittime, non dimentica cosa fa i loro carnefici tanto efferati.
Questo piccolo libro è in realtà un potente richiamo al rispetto della vita in qualunque forma si presenti ed alla gentilezza, qualcosa di cui sentiamo sempre più disperatamente la mancanza.

(Sholem Aleykhem "Storie di uomini e animali" 2007 Adelphi)

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