domenica 6 febbraio 2011

Un pomeriggio: Alan Bennett "La cerimonia del massaggio".

Alan Bennett (del quale ho già letto "Nudi e Crudi", precedentemente recensito) ha il dono della sintesi. I suoi libri sono minuti rispetto a quelli di altri autori e concentrano in poche pagine la visione del mondo spogliata della sua retorica ed acidamente esposta in tutta la sua meschinità.

In questo libro, che potrebbe -o probabilmente lo è già stato- essere facilmente tradotto in un'opera teatrale, ci troviamo all'interno di una chiesa alla periferia di Londra, dove si celebra una funzione  in ricordo di un uomo morto a soli 34 anni alla quale partecipano moltissime persone famose: giornalisti, scrittrici, presentatrici della televisione, attori, cantanti. Eppure lui, il morto non era famoso, almeno non in apparenza.
In realtà conosceva molto bene tutti i convenuti, e di ognuno -perfino del prete officiante- sapeva molti segreti. Era un massaggiatore, bravissimo, e un disinvolto gigolò. Tutto ruota intorno al suo ricordo, il ricordo del suo corpo, della sua persona, di ciò che faceva.
L'atmosfera è carica di elettricità, potrebbe succedere qualunque cosa a partire da questi ingredienti. Ed in effetti le sorprese non sono poche, la cerimonia diventa un rito catartico, una specie di psicodramma attraverso il quale emergeranno i caratteri delle persone, le loro ipocrisie e paure.

Bennett analizza in modo secco e ricco di humour l'atteggiamento della società e della chiesa nei confronti dell'omosessualità, la superficialità della televisione e perfino la perfidia degli editori. Tutti i difetti  dell'alta borghesia sono analizzati, resi pubblici. La scena è apparentemente immobile e vagamente claustrofobica, una specie di tableau vivant; eppure attraverso quei pochi accadimenti si costruisce un'esperienza che per molti sarà rivelatoria. Più di tutti Padre Joliffe ne uscirà cambiato, rasserenato e comunque grato ancora una volta a Clive.
Per tutto il libro Alan Bennett parla di cerimonie come rappresentazioni teatrali, spettacoli. Siamo tutti attori ai suoi occhi, recitiamo la nostra parte e nascondiamo agli altri i nostri inconfessabili segreti.

Devo dire che nonostante questo libro sia praticamente perfetto, composto con misura invidiabile e stile, avrei gradito qualche decina di pagine in più, non perchè i caratteri non emergano o ci sia una mancanza di completezza, ma perchè il piacere di questa lettura è veramente molto, molto breve.

(Alan Bennett "La Cerimonia del Massaggio" 2002, Adelphi)

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