martedì 8 settembre 2009

Fuori Tempo- "Non è un paese per vecchi", Cormac McCarthy


Bisognerà ringraziare i fratelli Cohen per aver rilanciato col loro film la fama di Cormac McCarthy, senza di loro probabilmente non l’avrei mai scoperto e sarebbe stato un peccato. “Non è un paese per vecchi” è molto più di un semplice thriller, contiene in sé elementi assoluti di Bene e Male.

L’entità narrante principale è lo sceriffo Bell, poliziotto di mezza età, reduce di ben due guerre e testimone di una vicenda che parte da un conflitto a fuoco tra trafficanti di droga nel deserto Texano. Tutti gli uomini coinvolti finiscono morti o gravemente feriti. Sul posto rimangono i soldi e la droga. Il primo ad arrivare dopo la sparatoria è Llewlyn Moss. E’ un tipo tranquillo, un uomo fondamentalmente onesto. E’ la pecorella che si smarrisce. Mai si sarebbe immaginato di trovare due milioni di dollari durante una battuta di caccia. Ma quando succede, se li prende. E ovviamente iniziano i guai: ad inseguirlo ci sono i proprietari della droga, i proprietari del denaro e soprattutto ANTON CHIGUR. Angelo sterminatore, demone in visita in Texas, essere mitologico che obbedisce ad una morale oscura (“La gran parte della gente non crede che possa esistere una persona del genere. (…) Come si fa a sconfiggere qualcosa di cui si rifiuta di ammettere l’esistenza?”) Chigur è inarrestabile, spazza via qualunque ostacolo che si frapponga fra sé ed il suo obiettivo e non fa patti, non ha pietà, non fa concessioni. Al massimo un lancio di moneta. Non ha apparentemente un passato tragico (che potrebbe spiegare la sua spietatezza) e nemmeno si pensa nel futuro, vive unicamente il presente. E’ così matto, così limpido nella sua logica folle, così privo di sentimenti positivi o negativi che non si può evitare di restarne affascinati.

Bell - “l’uomo retto”, incorruttibile e saggio- è impotente (e incapace, purtroppo) di fronte a questa violenza che viene da non si sa dove, a questi criminali che poco somigliano a quelli che è abituato a sbattere in cella e a cui la moglie prepara da mangiare. Non riesce a fermare il massacro di Chigur e dei messicani né a salvare il concittadino Moss; la legge non è sufficiente a far prevalere il bene, tutte le sue certezze s'infrangono di fronte a questa nuova consapevolezza ed egli finisce con l’arrendersi, comprendendo di non essere più in grado di difendere la sua contea dal buio e dalla follia.

Bell e Chigur sono i personaggi meglio delineati del romanzo, per motivi opposti. Il primo racconta lungamente di sé e per la fine del libro sappiamo quasi tutto di lui. Al contrario, del secondo non sappiamo nulla e lo conosciamo quasi unicamente attraverso le sue azioni.

Cormac McCarthy saluta con malinconia un mondo più semplice e comprensibile che scompare e si addentra oltre il confine in una terra nuova e spaventosa come nessuno si poteva immaginare e in cui neanche Dio ci può salvare.

Il film dei Fratelli Cohen rispetta completamente l’asciutta narrazione di McCarthy, tanto minimale da dare grande libertà d’interpretazione, soprattutto visiva. In apparenza non aggiungono niente ai contenuti del romanzo ma la loro opera oltre a mettere in primo piano la figura di Chigur (pur non raccontandone niente di più dello scrittore) fa emergere sottilmente il lato grottesco della storia e dei personaggi, senza comunque ridicolizzarne la durezza e la tragicità.

Sia il libro che il film sono consigliati, leggete o guardate nell’ordine preferito, non rimarrete comunque delusi.

(Cormac McCarthy "Non è un paese per vecchi" Einaudi, 2005)

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