La casa
può essere un punto di partenza o di arrivo, un luogo che dà
sicurezza attorno al quale gira tutta la vita. Una tana, una
prigione.
In questo libro la casa diventa totem
dei valori della borghesia americana, simbolo per i suoi protagonisti
Paul ed Elaine Weiss (conosciuti nel racconto “Adulti da soli”
contenuto in “La sicurezza degli oggetti”) di ogni cosa che non
riescono ad essere. Insoddisfatti e litigiosi, soffrono della propria
incapacità di essere felici di ciò che hanno (lavoro, figli), pur
non sapendo cosa potrebbe dargli sollievo. E vedono le altre
famiglie, così perfette, in cui i figli sono affettuosi ed educati,
le madri ottime donne di casa, i mariti uomini efficienti che danno
sicurezza. Non li capiscono. Una sera, esasperati l'uno dall'altra
danno fuoco all'idolo che rappresenta il loro fallimento.
I danni sono relativi, ma la loro
azione innesca una catena di conseguenze inaspettate: attorno alla
casa semibruciata cominciano ad accorrere i vicini, quei vicini
perfetti e senza macchia che finora avevano conosciuto solo
superficialmente, Mrs Hansen, un'anziana signora con l'hobby del
giardinaggio e dell'alcol che approfittando della serratura della
porta rotta s'insinua in casa e diventa baby sitter e governante; Pat
e George, gli immacolati rappresentanti di ciò che una coppia felice
dovrebbe essere; il poliziotto di quartiere; i genitori di Elaine, un
padre taciturno ed una madre petulante, l'amante di Paul, Susan, che
si prende cura di uno dei loro figli. E poi architetti nevrastenici,
entusiasti operai di un'impresa di pulizie: tutti si accalcano
attorno alla famiglia Weiss, archetipi americani ormai noti,
accorrono con i loro buoni consigli, le loro certezze, i loro
segreti.
Nel loro viaggio alla ricerca dell'Eden
perduto della normalità e nel tentativo di cambiarla (fare un patio,
mettere una porta finestra, fare carriera, trovarsi un lavoro) questi
novelli Adamo ed Eva assaggeranno un inaspettato ed amaro frutto
della conoscenza, diventando uno specchio in cui la società viene a
riflettersi, a far mostra di sé. Entreranno nell'intimità dei loro
vicini, scoprendo dietro alle facciate delle case dipinte di bianco
un mondo segreto e surreale che tutti tengono quietamente nascosto
agli occhi degli estranei.
Sesso di ogni tipo, droghe, cetriolini
sottaceto, consulenti scolastici. Nel tentativo di cambiare sé
stessi , di sistemare le cose provano tutto, ma più cercano di
uscire dalla stasi, più si trovano lontani, ripiegati ed egoisti. Si
perdono nel letto della vicina perfetta oppure si trovano sotto le
mani di un tatuatore in un quartieraccio del centro (uno degli
episodi più divertenti del libro), si ubriacano insieme, si
confortano e si picchiano.
Quando l'epilogo va in scena è come
svegliarsi da un sogno: troppo concentrati su loro stessi, Paul ed
Elaine hanno tralasciato ciò che avveniva sullo sfondo ed ora
diventa prorompente ed inevitabile. La fine arriva in un lampo -con
un episodio che ne ricorda molti altri realmente accaduti- ed ecco un
altro simbolo, il sacrificio dell'innocente, a tagliare per sempre
col passato, a scacciarli per sempre dal Paradiso.
A.M. Homes ha scritto un romanzo
destinato a diventare un classico contemporaneo, che corre sul
confine tra simbolismo e iper-realtà in cui non si limita a
criticare la vita dei sobborghi, analizza ogni sfumatura della
meschinità e della calma follia che ci accompagna quotidianamente.
Paul ed Elaine ricordano molto Frank ed
April di “Revolutionary Road”, anche loro occupati a farsi male,
a distruggersi per l'incapacità di adattarsi ad una vita senza sogni
fatta di sole certezze prefabbricate da cui non riescono a fuggire.
Ma mentre il confronto tra i personaggi di Richard Yates era più
intimo e legato alla coppia, il duello dei coniugi Weiss esonda dai
confini familiari e diventa lo sfondo di un cataclisma che inghiotte
gli interi Stati Uniti.
Dopo, resta in piedi solo la casa,
ancora, svuotata di ogni suo senso e prerogativa.
(A.M. Homes “Musica per un incendio”
2011, Feltrinelli)
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