sabato 19 giugno 2010

Prima che tu vada: "nell'intimità" Hanif Kureishi



L'amica che mi ha prestato questo libro voleva da me un'opinione. Non riusciva ad inquadrare il personaggio narrante, l'alter ego (ma quanto alter?) dello scrittore Hanif Kureishi che racconta il travaglio della notte prima di lasciare la casa dove vive con la compagna ed i due figli.

Invece il significato di questo breve romanzo e lungo monologo a me pare piuttosto chiaro: un uomo di circa quarant'anni (ma forse qualcosa di più) rivisita la propria vita, il proprio percorso sentimentale e psicologico, perfino spirituale forse, cercando di trovare un senso a tutto il suo vissuto ed a quello che sta per fare.
Perchè è ben cosciente che il prossimo passo distruggerà un mondo, il suo ma anche quello dei figli e della compagna. Tuttavia, non vede altra possibilità per continuare a vivere. Ha la sua bolla personale, il lavoro, la vita di famiglia, i rapporti con i vicini, i colleghi di lavoro, il mondo esterno che vede in lui e nelle persone che lo circondano una famiglia normale che conduce una vita normale.
La realtà invece è quella così comune fatta d'insoddisfazione e frustrazione: l'amore ormai finito che si perpetua per convenzione e per paura tra dispetti e tradimenti, che ci si illude di poter salvare anche quando si sa bene che è finito.
Ma il desiderio di pienezza, di provare ancora quel sentimento in tutta la sua emozione, purezza, sensualità -anche se alla tua età dovresti esserti rassegnato, soddisfatto e sedato- è insopprimibile, egoista, irrefrenabile nonostante le convenzioni e la paura della sofferenza propria ed altrui.
Cosa c'è di male nel volere vivere ancora? Nel lasciare ciò che non ci serve? Nel seguire il vero amore, la vera intimità? E perchè non si può continuare ad amare come il primo giorno, con lo stesso trasporto e la stessa pazzia? I legami invece di avvicinare le persone sembrano allontanarle, soffocare i sentimenti e la loro sincerità in un mare di menzogne, di cose non dette, di piccole e quotidiane cattiverie che invece dell'amore alimentano la solitudine.

Il narcisismo ed il cinismo di questo personaggio lo rendono a tratti veramente antipatico. Eppure non si sa dargli torto. Tanto più che la stessa crudeltà che usa verso la sua compagna ed i suoi amici la rivolge verso sè stesso, giudicandosi spietatamente, riconoscendo i propri errori e le proprie mancanze.

La forma del monologo è di per sè un pò ridondante e in un paio di punti il ritmo stagna, ciònonostante si tratta di un libro che appassiona e dà uno spunto per riconoscere le piccole bugie della nostra quotidianità, per chiedersi quanto siamo veramente felici e se non vorremmo qualcosa di diverso da ciò che abbiamo.

(Hanif Kureishi "nell'intimità" 2005 Bompiani)

Nessun commento: