domenica 6 giugno 2010

LionasssoTessorg!


"La Sindrome di Tourette si manifesta con movimenti involontari del corpo e/o facciali e con tic di tipo vocale o verbale che possono variare dalla ripetizione di una parola fino all'incoercibile pulsione a proferire espressioni o parole imbarazzanti e/o volgari; si parla in tal caso di coprolalia e coproprassia. La tipologia, la frequenza e la gravità di queste manifestazioni variano ovviamente da una persona all’altra al punto che diversi soggetti con sindrome di Tourette neppure la considerano una patologia. La sindrome sembra influenzare una propensione all'attività indagativa e alla ritmica musicale: numerosi soggetti affetti dalla sindrome sono musicisti; nella biografia di Mozart e di molti altri musicisti sono riscontrabili diversi tratti tourettici. (...) L'elaborazione delle informazioni è spesso rapida, intuitiva, poco propensa a sottomettersi a passaggi sequenziali e questo talora penalizza i pazienti più giovani nelle attività scolastiche, dove la didattica imposta richiede l'adesione a modelli di pensiero poco confacenti la creatività tourettiana." (da Wikipedia)

Se (come me) non siete proprio delle cime a sciogliere i nodi di un romanzo poliziesco, se delle situazioni banali cercate di cogliere il lato insolito, se per voi il crimine è solo una scusa per conoscere personaggi nuovi e interessanti "Testadipazzo" può fare al caso vostro: c'è un'indagine che procede in modo non logico ma intuitivo, c'è una struttura di base abbastanza trita ma dagli sviluppi impensati e c'è...Lionel Essrog.
Lionel fa parte di un gruppo di orfani che Frank Minna, malavitoso newyorkese da strapazzo educa al crimine in scala minima. Beh, insomma, di crimine lui non parla mai apertamente e tutti i lavori in cui coinvolge i ragazzi sono apparentemente semplici traslochi, consegne, investigazioni private e autonoleggio. S'intuisce subito però (e lo sanno tutti) che dietro c'è molto più di quanto si vede. Quando Minna viene ucciso durante un'operazione di cui Lionel ed il suo "collega" Gilbert non conoscono lo scopo, Essrog decide con la determinazione di un bambino a cui abbiano portato via il padre di trovare l'assassino.
Questa non sarebbe comunque una cosa facile, ma il fatto che Lionel sia tourettico complica le cose in maniera esponenziale. Per lui anche ordinare un caffè può diventare una tragedia, i suoi tic verbali e fisici sono sempre in agguato e rendono ogni rapporto personale -anche il più banale- una vera avventura; non sa mai come reagirà il prossimo alla toccatina rituale sulla spalla piuttosto che ai giochi di parole spontanei ed agli insulti che il suo "Cervello Tourette" produce senza sosta. Ogni sua azione è autoanalizzata, controllata ossessivamente da lui stesso e spiegata al lettore.

L'indagine di Lionel è un'indagine SU Lionel e sulla propria mente, su come funziona e su come il mondo reagisce ad essa. Ma si rivela pure un amaro viaggio nel passato che lo porta a scoprire chi fosse realmente l'unico uomo che abbia potuto considerare un padre (ed ha avuto l'intuizione sulla vera natura della sua "pazzia").
Un uomo che lo amava ma che lo ha fatto vivere in un mondo irreale, che lo amava ma non si fidava di lui.
Affronta questo ed altri dolori, altre consapevolezze senza patetismo, senza provare dispiacere per la propria condizione nonostante le dolorose ripercussioni che ha sui suoi rapporti col mondo e per la solitudine a cui inevitabilmente lo condanna.

Lionel Essrog irrompe nei modi e nei clichè del romanzo d'indagine con l'imprevedibilità e l'anarchia della Tourette, che rende impossibili tutte quelle situazioni e quelle battute che hanno reso famosi personaggi come Marlowe e Sam Spade. Non troverete infatti un linguaggio realistico, gergale, violento, rimpiazzato da esplosioni verbali senza senso e costruzioni raffinate, al limite del gioco letterario.

Apparentemente leggero, in realtà è un romanzo che può essere apprezzato da tipi di lettori molto diversi ed ha una qualità speciale, quella di mostrarci un personaggio affetto da una malattia invalidante protagonista a pieno titolo con la propria patologia di una storia senza risvolti "didattici"o patetici. Basta questo a farlo speciale.

(Jonathan Lethem"Testadipazzo"2001 Marco Tropea Editore)



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