sabato 1 maggio 2010

Stranger Than Fiction


A volte la realtà diventa tutt'uno con la fantasia. Avvenimenti che potremmo trovare tra le pagine di un libro poliziesco o noir diventano tangibili, con tutte le conseguenze.
Anche se con il mio consueto ritardo, sono venuta a conoscenza di una storia curiosa e vera che ha a che fare coi libri, la letteratura e la potenza insospettata della cultura.
All'inizio di quest'anno, durante un'intervista con una giornalista di Repubblica, Philip Roth fece una scoperta: aveva in precedenza rilasciato dichiarazioni a tale Tommaso Debenedetti, che contenevano opinioni negative riguardo alla presidenza di Barack Obama.
Roth era sorpreso, non ricordava di aver detto niente del genere. Soffriva di amnesia? Sdoppiamento della personalità? Mentiva?
Niente di tutto questo. Dopo una telefonata al proprio agente letterario, lo scrittore aveva conferma di non aver mai rilasciato un'intervista del genere, tanto meno ad un personaggio con quel nome.
Roth ha fatto altre ricerche e, come è ovvio, anche i giornalisti che sono venuti a conoscenza dell'episodio. E' così emerso che Tommaso Debenedetti non solo aveva pubblicato sul quotidiano "Libero" la falsa intervista con l'autore americano, ma ne aveva scritte molte altre, tutte con scrittori importanti e conosciuti, da Gunter Grass a Nadine Gordimer a (errore non indifferente) John Grisham, e tutte inventate di sana pianta: ad esempio a John Le Carrè sarebbe stato attribuito un apprezzamento smodato per Berlusconi, dichiarazione che lo scrittore, venutone a conoscenza, ha seccamente smentito. E sembrerebbe che tutti gli scritti contengano affermazioni del genere.
Curioso, veramente curioso. Prima di tutto perchè si tratta di un bluff gigantesco che -vista la caratura delle vittime- era impossibile non venisse scoperto. Cosa voleva ottenere Debenedetti, che per altro è figlio di uno scrittore e nipote di un noto critico letterario? Anche se si fosse procurato una fama, era certo che non sarebbe durata a lungo. Almeno sui giornali stranieri. Si è trattata forse di una manovra che voleva rivalutare agli occhi degli intellettuali l'immagine di Berlusconi? Non lo so.
Se così fosse sarebbe interessante notare come la letteratura dimostra di avere ancora una certa importanza nella formazione delle opinioni, al punto che gli uomini politici sono disposti a inventarsi piani macchinosi per guadagnarsi una certa credibilità presso la classe intellettuale italiana e straniera.
Un'altra ipotesi che mi viene di fare è che Debenedetti avesse bisogno di pubblicità ed abbia trovato questo sistema per ottenere quel pò di notorietà che potrebbe occorrergli per accedere alle selezioni del Grande Fratello o per pubblicare un libro di memorie (non sarebbe il primo).
Certo, se il motivo è questo, il giornalista s'è dato un bel da fare, scrivendo false interviste e addirittura producendo dei falsi nastri con le registrazioni che promette di portare di fronte ad un giudice nel caso fosse denunciato. Cosa che è puntualmente avvenuta, anche se ora Debenedetti dice di non riuscire a trovare proprio i nastri dell'intervista a Philip Roth.
Per chi fosse interessato ad approfondire ecco il link al blog della trasmissione Alaska, che contiene a sua volta tutti i link agli articoli pubblicati su questa storia, compresi quelli del New Yorker, che ha seguito la storia dall'inizio. Buon divertimento...

2 commenti:

Gemelle a rotelle ha detto...

Incredibile!!!
Pero' che perdente questo Debenedetti!

Gemelle a rotelle ha detto...

Sì...o forse no? E' un mistero!