venerdì 20 luglio 2012

Viva "La Sovrana Lettrice" !!! Alan Bennett


Come un tonico che rinfranca il morale, come un analgesico effervescente contro il mal di testa o un ricostituente miracoloso, Alan Bennett è l'ideale da leggere nei momenti di crisi, i cambi di stagione, le piccole influenze: ne basta un po' per sentirsi meglio.
Così, reduce da alcune crisi personali mi trovo ad estrarre questo libro dal cellophane. E tutto s'aggiusta.

Elisabetta II, la monarca più nota e probabilmente più longeva dell'era moderna, è una donna quanto meno enigmatica che in molti (penso all'ultimo film che ho visto a lei dedicato, “The Queen”) hanno cercato di comprendere, chissà con quale successo.
Qui viene credibilmente rappresentata come una persona che ha vissuto un'esistenza particolare, distaccata dal resto del mondo, gestita da una serie di cerimoniali e di regole che ha accettato senza farsi mai troppe domande, cosciente della sua posizione unica. Per sessant'anni circa tutto è filato relativamente liscio, con qualche occasionale problema di guerre mondiali e scandali sentimentali in famiglia, ma il sangue freddo e l'aplomb di Sua Maestà hanno sempre retto.

Ora l'inaspettato è dietro l'angolo del Palazzo: seguendo i suoi cani la regina s'imbatte in una piccola biblioteca viaggiante dalla quale si serve uno degli sguatteri di cucina. Dopo qualche titubanza, per pura cortesia, si porta a casa due volumi scelti a caso, ed in breve le cose prendono una piega nuova.
Come la strada di mattoni gialli che si srotola sotto i piedi di Dorothy per portarla tra le meraviglie ed i pericoli di OZ, così la lettura si fa lentamente ed inesorabilmente sentiero che la nostra monarca segue con estrema naturalezza, senza preconcetti e con l'unico obiettivo del proprio piacere, dai romanzi Ivy Compton Burnett, a Proust passando per Henry James.

Le conseguenze di questa scoperta sono tali che al confronto le magagne di Carlo e Diana erano zuccherini: infatti, con motivazioni che ricordano quelle dei pompieri di “Fahrenheit451”, i dignitari che vigilano sul complesso cerimoniale di Elisabetta sono contrari a che lei legga distraendosi dai suoi tempi contingentati e dalle sue scadenze, e lo sono ancora di più quando si accorgono degli effetti “devastanti” che l'attività ha sul carattere e sulle abitudini di Sua Maestà. Ne nasce una serie d'intrighi che hanno lo scopo di dissuaderla dal suo capriccio culturale e riportarla sulla “retta via”.

In breve, seguendo la regina nelle sue letture ci troviamo a ragionare su alcune delle figure letterarie più importanti, sul percorso letterario che ognuno di noi fa, sull'irrinunciabilità del leggere come occupazione che migliora chi la pratica, che trasforma.
Elisabetta in effetti appare come un travestimento attraverso il quale Bennett stesso sembra parlare (molto più che in altri libri) di sé, di ciò che ama e non ama della letteratura, la pedanteria di James, Harry Potter e gli scrittori contemporanei, troppo pieni di sé perfino di fronte alla loro sovrana.

Il suo umorismo brillante e acido, e l'abilità letteraria che ormai conosciamo riescono a condensare tutto questo in un pugno di pagine esilaranti, che come sempre sembrano troppo poche quando si arriva in fondo; eppure tutto è così perfetto ed equilibrato che non si saprebbe davvero come fare di meglio e di più.
Ritratto di Elisabetta II di Chris Levine

Se vi piace leggere, e se non vi piace leggere...Leggetelo.

(Alan Bennett “La Sovrana Lettrice” 2011 Adelphi)

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