venerdì 11 marzo 2011

Età oscura: "E' difficile essere un dio", Arkadi e Boris Strugatzki

Una delle prime recensioni di questo blog fu "Picnic sul ciglio della strada", forse il più celebre romanzo dei fratelli Strugatzki, ispiratore del film "Stalker".
La fantascienza Russa sembra non avere praticamente niente a che fare con quella occidentale: per quel poco che la conosco mi dà l'idea di utilizzare gli spunti propri del genere per innescare una serie di considerazioni sulla condizione umana che sfociano nella filosofia.
In questo senso "E' difficile essere un dio" è esemplare, una meditazione sul lato oscuro e bestiale dell'umanità che la porta all'autodistruzione, al premiare i tiranni ed a opprimere i giusti, a distruggere in nome di una rassicurante obbedienza ciò che potrebbe trascinarla fuori dal pantano dell'ignoranza e della servitù.

Ci troviamo su un pianeta lontano non si sa quanto dalla terra, il cui nome non conosciamo, ma dove la storia e l'evoluzione sociale, culturale e politica sono mille anni circa indietro rispetto alla nostra. E' questo un mondo dominato dalla paura e dalla superstizione in cui vivono animali leggendari e le cose sconosciute, mai viste prima, diventano visioni, opere di maghi e streghe.
Tra la popolazione ignara vivono alcuni studiosi provenienti dalla terra, specializzati in storia. Si nascondono sotto le spoglie di nobili e frati, il loro scopo è lo studio di questa civiltà arretrata e come novelli David Attemborough hanno il dovere di mantenere un atteggiamento neutro nei confronti dell'ambiente che li circonda limitandosi ad osservarlo. Cosa non facile per Anton, un giovane storico terrestre conosciuto nel Regno di Arkanar come Don Rumata: trova quel mondo barbaro, sporco e ripugnante, non riesce ad abituarvisi nè a rimanere indifferente ai massacri di intellettuali e semplici cittadini che hanno come unica colpa quella di saper leggere e scrivere. La cultura è bandita per editto reale e il non conformarsi con la massa rivelando un carattere autonomo può costare la vita.
Prototipo di eroe leale ed in possesso di abilità e conoscenze fuori dal comune, Rumata si muove tra intrighi e sommosse, assistendo al disfacersi di un ordine ed all'affermarsi di uno nuovo, non per forza migliore.

Geniale critica al potere che si impone attraverso l'ignoranza, la paura e il timor di dio, questo libro lascia esterrefatti per l'analisi perfetta dei meccanismi sociali e politici che ricordano in modo inquietante la realtà Italiana e tutte le situazioni dittatoriali passate e presenti:
"...Erano passivi, avidi ed incredibilmente egoisti. Da un punto di vista psicologico erano quasi tutti schiavi: schiavi della fede, di sè stessi, delle loro rabbiose passioni e della loro avidità. E se per caso uno di essi era nato con uno spirito nobile (...) non sapeva neanche che farsene della propria libertà: si affrettava a diventare di nuovo schiavo". Vi ricorda qualcosa?

L'umanità non ha fatto -contrariamente a quanto accade nel libro- molti passi avanti e ci riconosciamo perfettamente nella popolazione brutta sporca cattiva e fessa del Regno di Arkanar.

La scrittura è impalpabile e visionaria, con alcune scene degne dell'antro del nano in Twin Peaks, c'è addirittura un dialogo assolutamente delirante composto da parole plausibili ma inesistenti.
A mio parere i fratelli Strugatzki eccedono forse in sottintesi, tanto che pure dopo aver finito il libro si rimane come quando ci si sveglia da un sogno, senza la certezza di tutti i fatti accaduti, del perchè e del come. Sicuramente è un effetto voluto, fatto sta che Rumata sembra scivolare simile ad un'ombra in un granitico tableau vivant dove gli abitanti del pianeta agiscono come giocattoli a molla seguendo le loro inclinazioni senza deviarne mai e dove alla fine tutte le imprese dell'eroe non portano alcun cambiamento. C'è in questo un enorme contrasto con la narrativa occidentale che identifica con un protagonista, una sorta di messia laico, la possibilità di riscatto globale. Qui invece domina il pessimismo e la certezza che l'uomo, per quanto bravo, evoluto ed in gamba, da solo non possa far nulla per modificare il corso degli eventi e della storia.

Forse non si tratta proprio di un libro di fantascienza, e personalmente continuo a preferire "Picnic sul ciglio della strada", ma sicuramente si tratta di un'opera acuta, intelligente, che vi darà molto da riflettere anche dopo che ne avrete conclusa la lettura.
E leviamo una preghiera agli editori Italiani perchè si decidano a tradurre l'opera omnia di questi grandi autori Russi, due libri sono davvero troppo pochi!

(Arkadi e Boris Strugatzki "E' difficile essere un dio" 2005 Marcos Y Marcos)

1 commento:

nox ha detto...

"tanto che pure dopo aver finito il libro si rimane come quando ci si sveglia da un sogno", ciò che è capitato anche a me.

Ho apprezzato molto più questo libro rispetto a "picnic sul ciglio della strada", in quanto venivo dall'opera senza età "Stalker", irraggiungibile.