sabato 11 luglio 2009

Dresden, Finally!




Nel 2007 durante un viaggio all'estero scoprii uno dei libri più incredibili e superlativi mai scritti e il suo altrettanto incredibile e straordinario autore. Il titolo è Mattatoio 5 e lo scrittore è il magnifico Kurt Vonnegut.

Ci sono libri che ti cambiano la vita, che come il disco di quel musicista di cui diventerai il più grande fan ti fanno fare un salto sulla poltrona ed esclamare "Uao, non ci credo!".

Nelle poche pagine di "Mattatoio 5" si snodano centinaia di esistenze tenute insieme da un espediente tipico della fantascienza (il viaggio nel tempo) che ha permesso a Kurt di attingere solo al cuore degli avvenimenti, lasciando fuori gli elementi superflui e dando una potenza emotiva deflagrante. La quantità di fatti e di personaggi condensati in questa storia è tale che farne una riduzione cinematografica o teatrale risulta difficilissimo.
Quando fu pubblicato negli anni 60' divenne il manifesto antimilitarista per eccellenza. Ma differentemente da altre opere, anche a distanza di 40 anni mantiene non solo la sua efficacia in questo senso, ma assume nuovi significati. Billy Pilgrim, il protagonista, non è solo un giovane segnato irrimediabilmente dalla tragedia della seconda guerra mondiale ed in particolare dall'aver assistito alla distruzione di Dresda compiuta dagli alleati; il suo sguardo assente e rassegnato scruta la vacua vita della piccola borghesia americana senza illusioni, senza piacere, senza orgoglio. Nulla riesce a toccarlo, non il matrimonio, non la nascita dei figli, non la ricchezza.

Tornando a Dresda, dopo aver letto "Mattatoio 5" ed esserne rimasta bruciata, mi sono messa in testa di visitarla. E finalmente, dopo 2 tentativi andati a vuoto, la settimana scorsa ci sono riuscita.
Dresda era nota prima della guerra come "La Firenze del Nord": doveva essere veramente magnifica, piena di costruzioni barocche sfrenatamente lussuose, tutte ori e stucchi. Dopo il conflitto che la portò ad essere rasa al suolo passò alla Germania dell' Est e nel 1989 tornò ad essere parte del mondo occidentale.

Dunque cosa ho trovato al mio arrivo?
Beh, molto poco. Anzi niente. Non che mi aspettassi o sperassi in pile di cadaveri carbonizzati o allucinanti monumenti in memoriam. Ma a causa di tutti questi passaggi di mano, non c'è rimasta quasi traccia della storia di questa città. Pochi edifici centrali sono stati ricostruiti, ad uso e consumo dei turisti.
Per il resto, la DDR prima e il nuovo corso tedesco poi, hanno smontato, demolito, sostituito il passato. Non c'è proprio niente che si riferisca a Kurt Vonnegut (in effetti negli anni 60 sarà stato difficile reperire un suo libro da quelle parti) e solo una targa nel giardino dello Zwinger in centro ricorda il bombardamento del 13 Febbraio 1945.

L'impressione che ne ho avuto è di un tentativo continuo di dimenticare, prima la guerra per essere rimpiazzata dal comunismo e poi il comunismo stesso per essere rimpiazzato dal nuovo capitalismo. Forse è meglio così, chi può dirlo.
Per tutta la gita ho avuto come l'impressione di stare inseguendo un fantasma, una specie di visione nella mia testa che nessun altro pareva condividere. Ammetto di essere stata un pò disperata e ad un certo punto ho pure chiesto al resto del gruppo di accompagnarmi alla "Via del Mattatoio" per vedere se almeno lì trovavo traccia di Billy Pilgrim. Niente da fare.


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