venerdì 26 febbraio 2016

Another one bites the dust

Questo è un grido di dolore. Altre volte ho dovuto purtroppo scrivere della dipartita di una piccola libreria milanese, sempre con tristezza e una segreta rabbia. Oggi è perfino peggio, perché a chiudere dal primo gennaio è stato Il Passalibro, nella zona di via Padova. Quando venni ad abitare da queste parti una delle cose che mi rese contenta di non trovarmi in un'area più centrale fu proprio la presenza di questo piccolo negozio dove si potevano comprare e vendere libri, cd e dvd usati. Era una vera pacchia, arrivavo con la mia borsa di volumi (regali indesiderati, cantonate...) e ricevuti i soldi della vendita passavo del tempo a girare tra gli scaffali, a volte quasi un paio d'ore. Ed era vicino a casa, potevo andarmi a comprare un libro senza andare in centro, bastava una passeggiata di pochi minuti. Essendo una libreria di quartiere ci giravano sempre le stesse persone e dopo un po' di tempo capivi che genere di libri potevi trovarci e ogni quanto sarebbe arrivato un nuovo carico. Quasi un dialogo a distanza tra lettori che non si conoscono. Nei cestoni all'entrata avevo trovato un'edizione quasi antica di "La falena" di Cain, molto prima che fosse ripubblicato da ISBN, e il primo romanzo di A.M. Homes che abbia letto ("Jack") lo avevo comprato usato al Passalibro. Basta questo.
L'ormai ex proprietario è un appassionato di musica, e i dischi che metteva nello stereo rendevano ancora più difficile staccarsi da quel posto. L'ultima volta che ci andai avevo capito che le cose non andavano tanto bene, ma non ho voluto chiedere niente, per paura di ricevere una conferma alle mie impressioni.
Che una libreria chiuda è già abbastanza triste, ma che smetta l'attività l'unico negozio di libri di un quartiere che negli anni è andato sempre più degradando è un vero strazio, e un brutto segno.
Speriamo che torni il Passalibro, speriamo che questo dramma delle piccole librerie finisca e che ritornino a fiorire di libri gli scaffali e di lettori le strade.

3 commenti:

monty ha detto...

Temo che, analogamente ai piccoli record store, il processo sia irreversibile.
Ah! Falena! Che tuffo al cuore!!!

monty ha detto...

P.S.
Anche nella mia scelta di trasferirmi nel paese in cui attualmente risiedo aveva pesato la presenza di un bel negozio di dischi indipendente. Peccato che dopo pochissimo abbia chiuso...

Gemelle a rotelle ha detto...

Non so se sia un processo irreversibile: i lettori, per quanto moderni e modernizzati, non rinunciano a un certo "tradizionalismo", si può ordinare un libro su internet, si può avere un reader eppure la visita alla libreria sotto casa è sempre un rito piacevole. E ti posso assicurare che si sta diffondendo una certa stanchezza nei confronti del modello "megastore" freddo, rumoroso e tutto sommato inadeguato a soddisfare le esigenze del lettore forte e curioso.
Il dilemma non sono solo le nuove generazioni -alle quali troppo spesso si imputa una mancanza d'interesse per la lettura- ma le stesse istituzioni che dovrebbero promuoverla (la scuola). E in un quartiere come questo la mancanza di lettori è particolarmente preoccupante.