Altra abitudine di casa mia: mio padre è da sempre il primo ad alzarsi la mattina e da sempre mentre fa colazione, legge. Per un uomo maritato con due figlie gemelle, che lavorava dalle 8.30 alle 18,19, 20 di sera, gli spazi di autonomia e isolamento erano importanti quanto esigui. Quella era ed è la sua mezz'ora di pace, il suo bastione contro il logorìo della vita moderna, sette giorni su sette. Durante il week end questo tempo si dilatava a un'ora, spingendosi fino al nostro arrivo in cucina. Poi s'avviava verso il bagno, libero di accendere la radio e far scorrere l'acqua senza svegliare la moglie. Così mi capitava di guardarlo leggere i suoi libri di Follet o di storia della seconda guerra mondiale. Ero curiosa di chiedergli cosa raccontavano quei volumi ma sapevo che in quel momento era come in trance e non potevo disturbarlo. Comunque, le sue risposte minimali non avrebbero aggiunto molto a quello che già apprendevo leggendo la sovracopertina.
Di recente ho iniziato ad imitarlo. Quando ricomincerà la scuola dovrò tornare a lavorare e alzarmi alle sei, sarò impegnata più a coordinare i movimenti piuttosto che a leggere...Il che porta a chiedermi quali siano le letture più adatte all'orario mattutino: Chuck Palahniuk o Kurt Vonnegut per un risveglio a botta, Martin Millar per qualcosa di più delicato tendente al buon umore, Carver per un quieto e malinconico discendere nelle faccende quotidiane. Banana Yoshimoto per una sensazione di leggerezza anche se non necessariamente di allegria...Lansdale, dipende dal libro...E se ogni libro avesse un suo orario ideale di lettura? Libri da alba, da mezzogiorno, da tramonto, da notte...bisognerà che ci pensi.
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