Ultimamente sto scoprendo una serie di talentuose narratrici, tra cui A.M. Homes e Stacey Richter, che chi segue questo blog (ma non solo, la Homes è già autrice affermata) avrà già sentito nominare.
E' ora il turno di A.L. Kennedy, scozzese, di cui avevo addocchiato tempo fa "Geometria Notturna". Facendo qualche piccola ricerca ho scoperto che ha scritto veramente molto, anche per bambini, e che (abbastanza curioso) ha una carriera parallela come stand-up comedian. Per caso mi sono trovata a fare la sua conoscenza letteraria partendo da questa raccolta di racconti, ma ora che l'ho letta non mi farò scappare gli altri suoi volumi.
La solitudine, l'amore irrazionale, totale e irraggiungibile, il desiderio che sopraffà la razionalità ed il buon senso sono i protagonisti di queste storie intense, che una scrittura tesa che non perde un colpo ci fa sentire fisicamente, nella nostra carne.
I personaggi di queste dodici storie sono uomini e donne prigionieri del sentirsi soli, di segreti inconfessabili e desideri inesprimibili ed inesaudibili, dolori intimi e nascosti sui quali hanno costruito la loro quotidiana "normalità". Ma è sufficiente un gesto e la routine che li proteggeva è distrutta e loro sono scoperti, fragili e nudi.
Molti racconti appaiono come istantanee del momento in cui la maschera va in pezzi, descrizioni di situazioni apparentemente statiche attorno alle quali vorticano passato e presente, ciò che è stato e ciò che potrebbe essere: un uomo incapace di accettare la propria omosessualità di cui sembra diventare consapevole in un istante, un bambino imprigionato dal terrore della violenza domestica di cui è testimone, una donna innamorata di un uomo che mai lascerà la moglie cerca di raccogliere su di sè il più possibile di lui e un'altra, presa da una specie di delirio in una camera d'albergo.
Il sesso, vissuto, ricordato o sognato, attraversa i racconti, li tiene insieme gli uni agli altri facendone un blocco solido: sesso d'amore, dolore, malattia, rabbia. Una forza alla quale i protagonisti (con l'eccezione di un racconto) non riescono a sottrarsi, e che dà la misura della loro felicità ed infelicità, animati come sono dalla necessità di essere completi, di non essere ancora soli. Ma non pensate che una scrittrice così in gamba e raffinata sia prevedibile, all'ultima pagina vi sorprenderà ancora.
Potete giurarci, non è che il primo dei post che dedicherò a A.L. Kennedy.
Vi lascio con il link del suo sito.
(A.L. Kennedy "Gesti Indelebili" 2006 Minimum Fax)
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4 commenti:
Le tue recensioni m'invoglierebbero
pure, ma il genere non è proprio
la mia tazza di the...
Già, già...complimenti giustificativi...Se hai potuto finire "Dies Irae" di Genna questo sarà leggero come un Harmony. Parola.
Sembra proprio molto interessante!! Ci faro' un pensierino... forse adesso non e' il momento di leggere qualcosa del genere, ma in futuro...
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