1. Delle Antologie
Le raccolte di racconti sono sempre una buona occasione per scoprire nuovi narratori; alcune vengono ordinate per tema (da ragazzina ne ho comprate diverse di autori horror), oppure per età del gruppo di scrittori o per periodo storico della stesura, le varianti sono infinite. Sono a volte ingannatrici, perché magari i curatori hanno pescato il racconto più bello ed originale di uno scrittore altrimenti noioso e tu, entusiasmato ed ignavo, corri in libreria, ti compri l’opera omnia, te la porti a casa e infine mediti il suicidio quando ti rendi conto dell’errore commesso. Ma non deve per forza andare così.
2. Burned Children of America
A convincermi a comprare questo libro sono stati il titolo e la targhetta apposta dal libraio che urlava “Da leggere!”. Ho fatto bene, le mie previsioni sono state di gran lunga superate. Tra gli autori di questi racconti ci sono Dave Eggers, Shelley Jackson, A.M. Homes, Stacey, nomi che non a tutti saranno noti o i cui libri avrete notato senza decidervi a comprarli, ma appartengono ad autori giovani e a volte già affermati; i loro lavori potrebbero esservi noti per vie traverse: ad esempio, A.M. Homes è l’autrice de “La sicurezza degli oggetti” da cui qualche anno fa fu tratto l’omonimo film, mentre Jeffrey Eugenides ha scritto "Middlesex" e “Le vergini suicide”, arrivato sul grande schermo ad opera di Sofia Coppola.
Ma sono dettagli, perché in realtà senza alcun biglietto da visita tutti questi autori rivelano (se le promesse fatte dai racconti vengono mantenute) grande bravura e originalità. I racconti sembrano non seguire un tema comune di alcun genere, ma formano un tutt’uno compatto e hanno quasi sempre in comune l’atmosfera straniante, dissociata, disequilibrata in cui la realtà quotidiana si sposta di qualche grado dal proprio consueto asse e finisce per rivelarsi come un mondo nuovo, una dimensione parallela. La prima storia, quella di un ragazzo le cui 10 dita delle mani formate come chiavi aprono altrettante porte della sua vita (“Il protagonista” di Aimee Bender) ci introduce a questo strano microcosmo in cui si scatenano guerre segrete di cui i cittadini soffrono le conseguenze senza conoscerne le ragioni né lo sviluppo, ci sono persone che scrivono lettere a uomini d’affari fingendosi un cane (“Lettere di Steven, un cane, ad alcuni capitani d’industria” di Dave Eggers) e si racconta di centri commerciali favolosi come le città narrate da Marco Polo (“Centri commerciali invisibili” di Ken Kalfus). Gli stili sono diversissimi tra loro, accanto alla narrazione più classica troviamo diverse storie raccontate senza raccontare, come “Test di comprensione” di Myla Goldberg e il già citato Dave Eggers, esperimenti che dimostrano come ogni cosa, ogni forma di scrittura possa diventare rivelazione, nascondere una storia.
I racconti che mi sono piaciuti di più seguono forse uno stile più classico: “Multiproprietà” di Jeffrey Eugenides, il delirante “Una vera bambola” di A.M. Homes, in cui un adolescente si fidanza con la Barbie di sua sorella (ma non solo, imperdibile), “Dovrebbero dargli un nome” di Matthew Klam in cui una giovanissima coppia affronta i giorni successivi ad un aborto, il bellissimo “Gli uomini primitivi” di Stacey Ritcher, uno dei racconti scritti meglio in assoluto, che vede una professoressa di biologia alle prese con i suoi studenti spacciatori. E potrei continuare, finirei probabilmente per riportare fedelmente l’indice completo del volume.
Terminata la lettura ho subito ordinato un libro di Jonatham Lethem e uno di A.M. Homes, sparando un po’ nel mucchio, perché non avrei veramente saputo quale degli scrittori scegliere. Vedremo se le sensazioni saranno confermate. In ogni caso questo libro vale veramente l’acquisto.
(Autori Vari "Burned Children of America" 2oo1 Minimum Fax -a cura di Marco Cassini e Martina Testa)
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